lunedì 13 luglio 2015

Fatterellando: Caravaggio, la forma dell'ombra / Le cene di Emmaus





L'esistenza travagliata del Caravaggio, artista maledetto e violento, accusato di
aver ucciso un uomo durante una delle risse in cui fu coinvolto, continua a suscitare ancora
 oggi l'interesse degli storici e la curiosità del pubblico.
Ci occupiamo qui del periodo che va dal 1592 ai primi anni del 1600
Giunto a Roma da Milano, senza mezzi nel 1592, Caravaggio vive presso un prelato marchigiano
ricordato dalle fonti con il nome di " monsignor insalata " affibiatogli dallo stesso pittore a causa degli scarsi
pasti consumati in casa sua. Mancini narra che per costui Caravaggio aveva dipinto dal vero un
" putto che piange per essere stato morso da un racano "  ( Il Fanciullo morso da un ramarro " )
" un putto che monda la pera con il coltello ".













Il pittore lombardo comincia la sua attività romana dipingendo piccoli quadri di genere presso
diverse botteghe specializzate in pittura commerciale.Poi, per qualche mese, Caravaggio lavora nella
celebre bottega di Giuseppe Cesari, il Cavalier d'Arpino, uno dei pittori accademici più in voga a Roma.
Presso il Cavalier d'Arpino il Merisi si perfeziona dipingendo " quadri di fiori e di frutta " tra i quali anche 
il  Ragazzo con il canestro di frutta e Il Bachino malato.








e Il Bachino malato.









Caravaggio non rimane a lungo con il Cavalier D'arpino e presto lo lascia per " contrastargli la gloria
del pennello ". Ma la gavetta è dura: le fonti, che lo ricordano "povero e pessimamente vestito ", narrano che trascorre, intorno al 1593, diversi mesi di convalescenza presso l'ospedale della Consolazione, dove si ricoverano gli indigenti. Uscito dall'ospedale, Caravaggio si mette a dipingere " per suo conto "
A questo periodo appartengono i quadri, realizzati sempre dal vero, nei quali comincia a riflettere sulla luce
e sugli " affetti ".
Quadri dove dipinge i suoi soggetti senza l'aiuto del disegno: è il colore che costruisce le figure immergendole
in uno spazio solamente luminoso. Contro uno sfondo piatto, ravvivato dalle prime zaffate di luce si  stagliano le figure dei Bari, 








della Buona ventura








del Concerto di giovani








del Suonatore di liuto








Quadri del genere sono una vera novità e il pittore riesce a venderne alcuni, aiutato da un certo maestro
Valentin, che ha una bottega proprio nei pressi della chiesa di San Luigi dei francesi.
Tra  i suoi primi acquirenti vi era anche il Cardinal Del Monte, ambasciatore a Roma del 
granduca di Toscana, che, appassionatosi alla pittura del giovane lombardo ( a cui commissionerà lo scudo
di legno con la spaventosa Testa di Medusa inviato a Firenze al suo signore ), gli dà l'opportunità intorno
al 1595 , di vivere nel suo palazzo. E' l'inizio di una fase positiva: Del Monte è un cardinale influente ma
anche colto, interessato alla pittura, alla musica, alle scienze, e, forse, anche all'alchimia.








Per il Cardinale Caravaggio dipinge diversi quadri a soggetto musicale nei quali rappresenta in modo nuovo 
l'armonia del " concerto ". Anche in questi soggetti più allegorici e apparentemente assai sensuali, 
realizzati dal vero come i precedenti, il pittore non discrimina  gli elementi della composizione.
Per Caravaggio tutto sembra avere in fondo uguale sostanza e quindi la stessa dignità pittorica: non c'è differenza tra un cesto di frutta, un cavallo o la figura di un santo; il lavoro pittorico è il medesimo, come di lì
a poco ribadirà, affrontando nello stesso modo antagonista anche i soggetti sacri.








 Per il pittore " tanta 
manifattura gli era a fare un quadro buono di fiori come di figure" come scrive uno dei suoi più grandi 
estimatori, il marchese Giustiniani. Nella galleria di questo collezionista ( noto per aver rilevato la prima " scandalosa " versione della pala d'altare con San Matteo e l'angelo, dipinta a San Luigi dei Francesi
e rifiutata dai committenti, per il suo linguaggio formale troppo ardito e il significato quasi eretico )
sono esposte diverse opere di Caravaggio, tra le quali spicca L'amor vittorioso.








Negli anni in cui Caravaggio vive presso Del Monte la sua pittura si trasforma. Egli abbandona
i valori tonali " dolci e con poche tinte " delle tele giovanili, che resistono ancora nel Bacco, e introduce
quegli " oscuri gagliardi " che gli permettono di dare maggior rilievo e carnalità ai corpi e maggior 
immediatezza alle scene.








La pittura si fa ancora più concreta: è l'illuminazione, mai naturale e chiaroscurata, bensì incidente sulle
figure come quella di un riflettore, che costruisce gli intensi quadri dipinti alla fine del secolo: frammenti di
vita che emergono dal buio, con un effetto quasi cinematografico.
Per dipingere " la forma dell'ombra" Caravaggio sperimenta una sorta di camera oscura: tinteggia di nero le pareti della stanza dove lavora e vi dispone i suoi modelli illuminandoli con un " lume alto che scendeva a 
piombo ", per far risaltare nettamente, senza mezzi toni, i chiari e gli scuri.
Questa nuova luce costruisce un diverso spazio in cui si annulla la storia: a Caravaggio non interessa altro
che il fatto in sè, e solo questo racconta, sintetizzandolo nel suo momento clou, come nel caso di

Giuditta e oloferne







 o del Sacrificio di Isacco








o, nei primi anni del nuovo secolo, dell' Incredulità di San Tommaso











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Caravaggio incontra Caravaggio

La cena di Emmaus di Londra e quella di Milano


La cena di Emmaus ( National Gallery, Londra )










Commissionata nel 1601 da Ciriaco Mattei La Cena di Emmaus rappresenta
un episodio narrato nel Vangelo di Luca ( 24, 13 - 34 ): Gesù dopo
la Resurrezione appare a due discepoli che inizialmente non lo riconoscono.
Essi lo invitano a restare con loro per la notte e a cenare insieme. Una volta a tavola Cristo 
compie il gesto di benedizione del pane, lo spezza  e comincia a distribuirlo: solo in quel momento
" gli occhi dei due discepoli si aprirono e riconobbero Gesù, ma lui sparì dalla loro vista ".


















Caravaggio mette in scena lo sconcerto dei discepoli al momento del riconoscimento:
i gesti scomposti e l'uso consapevole della luce distinguono i seguaci di Cristo,
illuminati dalla rivelazione divina, dalla condizione di oscurità in cui si trova l'oste.
Il tema è legato all'istituzione dell'eucarestia durante l'ultima cena che in questo episodio viene
rievocata per la prima volta: il pane e il vino sono infatti i simboli materiali attraverso i quali si
rinnova il sacrificio di Cristo.








Alla consueta aderenza al vero nelle vesti moderne dei tre discepoli, nell'ambientazione più
vicina a un'osteria che a un luogo sacro, Caravaggio associa un'interpretazione dell'evento fatta
 di rimandi simbolici che al tempo dovevano essere chiaramente decifrabili, ma che oggi
ci rimangono oscuri.







E' un linguaggio piano e naturale quello che informa questa composizione, lontano dalla
retorica controriformistica. Fatto di simboli precisi, nella scelta degli elementi raffigurati
sulla tavola, e di gesti semplici ma eloquenti.









Gli oggetti e le vivande raffigurati sulla tavola creano quell'effetto di naturalismo e
di sorprendente resa illusionistica che troviamo in Caravaggio fin dalle prime opere giovanili.
Emblematica in questo senso è la famosa Canestra di frutta della Pinacoteca Ambrosiana, nella quale foglie e frutta non sono più elementi decorativi di un diverso soggetto storico o religioso ma
unici e splendidi protagonisti dell'immagine dipinta.








La conchiglia sul manto del discepolo a destra simbolo tradizionale dei pellegrini, sembra evocare,
in questo caso, il viaggio ad Emmaus appena compiuto dai due seguaci di Cristo.







La tipologia inconsueta del Cristo imberbe ha le sue origini nell'arte paleocristiana, ma
è probabile che Caravaggio abbia avuto qui come modello la figura di Cristo nell'affresco
del Giudizio Universale di Michelangelo, da cui sembra derivare anche il gesto eloquente delle mani.












E la luce, ancora una volta, unifica il naturale, il vero ottico ravvisabile, per esempio,
nell'anello di luce sulla tovaglia alla base della brocca di vetro, ed enfatizza la gestualità, che
ha un ruolo ancora più importante di quello attribuito agli sguardi, come nel caso
del braccio proteso in avanti del Cristo









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La cena di Emmaus ( Pinacoteca di Brera, Milano )









Il tema, che come abbiamo visto è stato trattato dal Caravaggio già qualche anno prima
nel dipinto oggi alla National Gallery di Londra, è quanto 
di più affine si possa immaginare alla sua sensibilità artistica, attratta dal cogliere con immediatezza, 
grazie al rivoluzionario uso della luce, l'istante in cui la verità si svela all'occhio dell'uomo.



Il pittore presenta il momento della benedizione del pane che è già stato spezzato.
Coglie quindi l'istante preciso della rivelazione di Cristo ai discepoli, in cui si rinnova
il congedo dell'ultima cena: subito dopo Egli si sottrae ai loro sguardi. Il riconoscimento
avviene proprio in quell'attimo: lo testimoniano  il gesto improvviso di 
Cleofa, che si appoggia alla tavola per alzarsi in piedi mentre i muscoli del collo si irrigidiscono
per l'intensa emozione, e il gesticolare sorpreso delle mani aperte di Luca.








L' oste fissa Gesù senza comprendere e la vecchia sembra invece partecipare alla mestizia, 
che è il timbro sentimentale ed emotivo dell'opera.







Presente in casa Patrizi a Roma almeno dal 1624, e citata anche da Bellori nel 1664, l'opera giunse a
 Brera solo nel 1939 con l'attribuzione al Merisi proposta da Lionello Venturi e unanimemente accettata.
Molto dibattuto invece il il problema del luogo di esecuzione che alcuni critici vogliono
non sia Roma ma Zagarolo, il feudo del Principe Marzio Colonna dove il pittore aveva trovato rifugio
dopo la condanna alla pena capitale in seguito all'uccisione, per motivi di gioco, 
di Ranuccio Tomasoni da Terni.


Abbiamo visto che il Caravaggio aveva dipinto questo soggetto alcuni
anni prima ma, anche se l'impostazione compositiva appare simile nei due dipinti, con 
Cristo seduto al centro della tavola, secondo lo schema diffuso nella tradizione italiana, 
notevoli sono le differenze tra le due realizzazioni.







Rispetto alla versione precedente qui è stata aggiunta la vecchia serva, che
rompe ancora più decisamente la simmetria della composizione, e per la cui raffigurazione 
fu usata la stessa modella della Madonna dei Palafrenieri.







Con maggiore aderenza al testo evangelico il Cristo non è più un giovane imberbe
ma un uomo adulto e provato. Inoltre mentre nella Cena di Emmaus di Londra
i gesti dei pellegrini  sono plateali ed enfatizzati, in questo dipinto a una interpretazione
più profonda dei valori psicologici si accompagnano un sentimento dolente
e una ricerca di essenzialità che denotano una maggiore interiorizzazione del tema religioso.


La luce, di varia intensità, è caratterizzata da un effetto veloce e instabile
che qui prefigura Rembrandt.







L'ardito scorcio della natura morta sul tavolo è un brano di verità impressionante,
anche se gli oggetti ( i due pani, i due piatti e la brocca ) sono estremamente essenziali
rispetto alla  Cena di Londra, anche qui, però, essi non sono raffigurati in modo fine a se stesso
ma piuttosto costruiti in maniera da attirare lo spettatore all'interno della scena e immergerlo
nell'atmosfera del miracolo.








Le indagini diagnostiche hanno messo in evidenza l'esecuzione veloce del dipinto,
tracciato direttamente sulla tela con il colore senza disegno preparatorio, secondo la tipica
tecnica esecutiva del Caravaggio.

La stesura del colore è particolarmente sottile e lascia trasparire la preparazione,
come avviene in altre opere tarde, per esempio La morte della Vergine.


La luce enuclea i volumi contrastando con i prevalenti toni terrosi del fondo.
Il dipinto rientra in quel modo rapido, essenziale, e poco più elaborato del primo abbozzo,
che in questo caso collabora al risultato emotivo che punta sui valori essenziali del tema e alla
sua risonanza sentimentale.








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Nel marzo 2009 ho avuto la grandissima opportunità di ammirare, presso la
Pinacoteca di Brera la grande mostra Caravaggio ospita Caravaggio
dove le due tele, una accanto all'altra, erano messe a confronto. Per me , da sempre,
amante del Caravaggio, è stata un'esperienza struggente ed indimenticabile.
Ho sempre ammirato entrambi i dipinti ma , confesso,  vedendoli uno accanto
all'altro ho sentito più vicino a me il dipinto conservato a Milano che, senza nulla togliere
allo stupendo quadro di Londra, ha saputo parlare in modo più diretto al mio spirito,
 In questa scena più essenziale e immersa nel buio, l’unica fonte di luce, fortemente laterale, sottolinea in maniera selettiva e puntuale l’intensità dei gesti, più semplici e naturali, e le espressioni concentrate degli astanti, rivelando un cambiamento di linguaggio che riapparirà nelle opere seguenti.







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Per concludere vi propongo la lettura di questo elegante libro scritto da Pino Di Silvestro
basato su una seria ricerca storica sugli ultimi anni di vita di Caravaggio

La fuga, la sosta
Caravaggio a Siracusa



" Una luce lancinante bianca e mediterranea, insegue Michelangelo Merisi da Caravaggio
da Malta a Siracusa. Caravaggio l'evaso, il clandestino, il genio senza patria, il pittore
condannato a una diaspora senza fine, all'erranza che lo rende più moderno di ogni
moderno. Quello di Pino di Silvestro, nel 2003, è un esordio memorabile. La fuga, la sosta è un
libro che il lettore non dimenticherà facilmente.
Letteratissima, barocca, vertiginosa - la lingua di questo scrittore vibra di meravigliosa perizia
e di estro argomentativo.
" Querele, arresti, denunzie, vilipendi, fughe in altre terre. Condanne, remissioni: tutto in un mese
quello di settembre dell'anno 1603 "  Durante il suo viaggio in mare e poi nella pausa ristoratrice
della città siciliana, il grande artista non smette di ripensare ai suoi anni romani, ai capolavori
realizzati e a quelli semplicemente sognati.
Il furore contro i lerci pinturicchi del tempo, i plagiari, gli imitatori si stempera nella dolcezza e
nello strazio del ricordo degli amici perduti e delle ragazze amate, delle prostitute e dei loro
bambinelli bastardi che egli seppe trasformare in immagini sacre
E' ormai un Caravaggio stanco, devastato, in preda ad " accensioni di " sfinimento estatico " e
di " allucinato stordimento "
Come , molti secoli dopo, capitò a Pasolini, anche il pittore lombardo immaginò se stesso
decomporsi sotto la luce di quel mare.
E tuttavia , nel documentatissimo romanzo di  Pino Di Silvestro, Caravaggio non abdica mai
al suo sguardo eretico sulle cose del mondo. Un mondo di nature morte.
Di bellezze umili e screziate. Tutto è colore, tutto è vita e nostalgia della vita.
Uomini e pesci, cielo e terra, acqua e polvere.
Dolorosa bellezza  di un sentimento che trasfigura gli oggetti e al tempo stesso li rispetta.
 Il Caravaggio di Di Silvestro non dimentica la cruciale mediazione critica di Roberto Longhi.
L'avventura non offende la teoria, non la tradisce. La prosa di questo sorprendente scrittore
- così lirica e al tempo stesso asciutta e precisa e mai estenuata - ci mostra
l'anima e la toponomastica di una città antica e perduta, ricca di umori e di storie, scenario
perfetto della " sosta " ( come se si trattasse di una via crucis) di un artista dal sentimento
radicale e diverso, consapevole della propria grandezza e anche del proprio tragico
destino. La sua Santa Lucia, il dipinto cupo e misterioso che egli lascerà a Siracusa come
stigma e ferita del suo passaggio, è un dono ed insieme un saluto al mondo e alla vita.





( Fonti: Caravaggio, Marta Ragozzini ed.Giunti
Caravaggio aa.vv. ed Skira / Rizzoli
I grandi musei del mondo, la Pinacoteca di Brera ed.Scala group
I grandi musei del mondo, National Gallery ed. Scala group
Caravaggio ospita Caravaggio, ed.Mondadori / Elekta
La fuga, la sosta, Pino Di Silvestro ed. Rizzoli )
( Immagini dal web )



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Vi invito a passare da  Audrey , autrice de L' Atelier du fantastique,
troverete tutto quello che c'è da sapere su un altro grande capolavoro del Caravaggio
La vocazione di San Matteo
















19 commenti:

  1. Post meraviglioso Antonella che dire, grazie!!!
    Buon Lunedì carissima!

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    1. Ciao Pia, grazia, è un post a cui tengo molto e sono felice che ti sia piaciuto.
      Un abbraccio, a presto.
      Antonella

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  2. Ciao Antonella,
    mi sono riletta, per l'ennesima volta, questo meraviglioso post.
    Il risultato finale è bellissimo, hai fatto un gran bel lavoro nonostante la
    difficoltà del dipinto che hai scelto.
    Sono felice di aver finalmente pubblicato questo gran lavoro, spero che piaccia.
    Un bacione

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    1. Ciao Audrey, sì, è stato un gran lavoro dove abbiamo davvero messo l'anima e il risultato è buono anche se abbiamo avuto ( soprattutto io ) tanti dubbi.
      Un bacione e buona serata.
      Antonella

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  3. Grande post, lavoro meraviglioso, sei bravissima!!!
    Un forte abbraccio da Beatris

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    1. Grazie Beatris, sono felice del tuo apprezzamento, è stato un gran lavoro!
      Un abbraccio.
      Antonella

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  4. TI faccio i complimenti per questo fantastico post.
    Saluti a presto.

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    1. Grazie Vincenzo, Caravaggio mi piace tantissimo e, naturalmente, mi fa piacere che il post ti sia sembrato interessante anche se avrei voluto fare di più.
      Buona serata.
      Antonella

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  5. Ciao cara Antonella era tanto che non riuscivo a passare a fare un giretto da te per un saluto.
    Bello questo post su Caravaggio davvero meraviglioso.
    Lui è un grande che ha saputo fare dei dipinti magici
    Un saluto grande buona giornata e migliore fine settimana appena iniziato
    A presto al Rifugio, spero Ciaooo

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    1. Ciao, sì, anch'io reputo Caravaggio un grande, forse il più grande, i suoi dipinti sono incredibili per quanto riescono a coinvolgerti nell'avvenimento raffigurato.
      Scusami anch'io sono stata parecchio assente e comunque molto saltuaria, passerò da te quanto prima.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  6. Grandissimo artista ! Ho visto molte delle sue opere. A Brera , anni fa, ho partecipato a una lezione domenicale di storia dell'arte, nella quale spiegavano la tela dell' "ultima cena" presente a Brera. Ho ancora gli appunti , anche se sono passati diversi anni.
    Invece, quando a Milano ci sono state entrambe le tele a confronto (quella di Milano e quella di Londra) , mi sono recata una domenica mattina, con una mia amica, ma la coda da fare era talmente lunga che, con rammarico, abbiamo deciso di lasciar perdere. Bellissimo post.
    Buona giornata.

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    1. Ciao Mirtillo, che " sana invidia " sto provando per la tua lezione a Brera, deve essere stato fantastico.
      Come ho scritto nel post io ho avuto modo di vedere, sempre a Brera, le due tele a confronto. Ti garantisco che è stata una grande emozione. Abbiamo anche avuto la fortuna di andarci in una giornata lavorativa e di essere gli unici visitatori presenti...indimenticabile!
      Un abbraccio e buona serata.
      Antonella

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    2. Mirtillo, scusa, mi sono dimenticata di chiedertelo, alcuni anni fa hanno esposto a Milano La flagellazione di Cristo, l'hai vista? Io non l'avevo mai vista dal vivo...è stato un impatto terribile, u7n dipinto sconvolgente.
      Ciao.
      Antonella

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  7. Cara Antonella complimenti per l'esaustivo e didattico post, Brava, un caro saluto

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    1. Grazie Cettina, amo molto Caravaggio e di conseguenza mi è piaciuto scrivere il post. Sono contenta che sia piaciuto.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  8. Cara Antonella sempre interessanti i tuoi post oltre che istruttivi.

    Sono passata x dirti che ti ho invitata ad un linky party che spero possa interessarti
    http://fioredicollina.blogspot.it/2015/07/partecipo-al-linky-party-e-ben-4.html

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    1. Ciao Fiore, grazie! Sono contenta che tu lo abbia apprezzato.
      Passo da te...
      Antonella

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  9. Io , invece, ci sono andata una domenica mattina, con un'amica. C'era una coda infinita e abbiamo preferito lasciar perdere. Peccato. Non mi ricordo "la flaggellazione di Cristo", e mi sembra strano perchè, se a Milano, c'è qualche cosa di Caravaggio, cerchiamo di andare a vederlo.
    Anni fa siamo andati a Firenze a vedere "la decollazione di San Pietro", appena uscita dal restauro e prima di ritornare nella sua sede a La Valletta (Malta), molto emozionante. Ciao

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    1. Ciao, è stata esposta al museo Diocesano dal marzo al luglio 2011, una mostra di grande impatto, presenti Tiziano, Giorgione, Tintoretto, lorenzo Lotto e, naturalmente Caravaggio con la struggente Flagellazione. Peccato che tu non l'abbia vista, meritava.
      Buon fine settimana.
      Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")